giovedì 24 gennaio 2019

IL TESORO DEI CROCIATI di Edmondo Marra


Quando ero piccolo e cercavo soldi a mio padre , mi rispondeva spesso “ vai a Sièrpeco , a Santa Catarina, lì li troverai  “.

Sapevo che era un diniego , ma non riuscivo a capire che significasse quell’espressione . Decisi di chiedere delucidazioni a mio nonno ed una sera d’inverno vicino al fuoco nella sua masseria sotto la Foresta , mi raccontò di un tesoro nascosto da secoli e secoli dentro ad un castello  incantato  . Diceva  che c’era di mezzo il diavolo in un periodo in cui la peste mieteva migliaia e migliaia di vittime e che il tesoro l’aveva nascosto il Re di quel tempo per paura che glielo rubassero in quella baraonda senza leggi .

 Aveva stretto un patto con il diavolo che gli garantiva la salvezza dall’epidemia in cambio della sua anima , quando sarebbe morto di vecchiaia .

Ma i fatti non andarono proprio così ed il Re dopo pochi giorni fu colpito dalla peste bubbonica . Prima di morire , sapendo di avere le ore contate maledisse il diavolo chiamando uno stregone di sua fiducia . Gli ordinò di nascondere il tesoro e di fare una maledizione che chiunque ne fosse venuto in possesso avrebbe pagato con la vita la sua scoperta.

Lo stregone lo tranquillizzò dicendo che avrebbe esaudito le sue volontà e fece  l’incantesimo, ma appena il Re passò a miglior vita , si diresse verso il luogo dove era nascosto il tesoro per impossessarsene . Non l’avesse mai fatto , appena giunto nella stanza del tesoro il diavolo lo trafisse con il suo forcone e se lo portò nei calderoni bollenti dell’Inferno .  Ormai il tesoro era nascosto per sempre , ma per essersi distratto sulla sorte dl Re giurò che chi fosse stato capace di portare in quel posto una fanciulla di quattordici anni , illibata , che doveva congiungersi con lui , aveva via libera di prendersi il tesoro e portarselo via senza essere ucciso .

Quella storia mi rimase per anni nella mente e volli cercare di capire se poteva essere vera o frutto di leggende tramandatesi di generazione in generazione .

Me ne ero dimenticato nel tempo fino ad una sera d’estate del 2008 , quando , parlando del più e del meno si passò a parlare della leggenda del tesoro di Sièrpeco . E qualcuno raccontò la storia di Betta di scioccone , avvenuta un secolo prima , ad inizi novecento .

Era di Sorbo ed abitava a Volturara , Attraversava la montagna di Serpico ogni giorno per passare da un paese all’altro e per anni cercava una soluzione che la potesse  arricchire . Sapeva della leggenda del tesoro e ne parlava spesso con il marito , ma aveva paura di portare sua figlia per una possibile spiacevole reazione del diavolo che avrebbe potuto portare conseguenze irreparabili alla bambina.

Decide di puntare su una bambina qualunque e con una scusa ben studiata va a prendere la figlia di un certo  “ sciacquarulo “ , e si presenta sulla montagna di Serpico con la fanciulla .

E’ sera inoltrata e si mette seduta su un sasso con la bambina affianco in attesa che arrivi il diavolo . A mezzanotte in punto  con la raduna rischiarata dalla debole luce della luna , incomincia ad avvertire una puzza di zolfo e da lontano una nube di fumo si espande e si dirada  fino a mostrarle il diavolo in tutta la sua potenza . Ha una forca in mano e sembra altissimo , pieno di luce intorno con la coda che si inarca e si muove in ogni direzione . Sembra scolpito e si muove con un’armonia che emana un suono che si diffonde ritmico nel silenzio della notte .

La guarda negli occhi e la donna abbassa lo sguardo , impaurita . Poi squadra la fanciulla e ritorna a guardare Betta . La voce è dura e cavernosa “ Mi hai fatto venire qui convinto della tua buona fede , ma la tua furbizia ti porterà danni e ti farà fare una brutta fine . Il tesoro non lo vedrai mai , perché la fanciulla non è sangue del tuo sangue .Ti risparmio la vita , ma non venire mai più a cercarmi “ .

Betta indietreggia e appena si allontana incomincia a correre trascinandosi dietro la bambina impaurita . Corre fino in paese senza mai fermarsi . La brutta avventura le resterà nella mente per sempre e da allora girerà alla larga dal posto dove aveva incontrato il demonio .

Del tesoro di Santa Catarina , tra guerre , terremoti , emigrazioni di massa e tempo che passa lentamente ed inesorabilmente , nessuno ne parla più . Rovi e spine ricoprono , forse per sempre , la raduna e i ruderi dell’antico castello . E la storia dell’immenso tesoro , portato tra queste montagne sperdute dai cavalieri crociati e dal loro maestro mille anni fa , si perde nei rivoli della dimenticanza umana .


martedì 15 gennaio 2019

LA STORIA DI VOLTURARA IRPINA SCRITTA DA EDMONDO MARRA


https://www.amazon.it/dp/B076MHDSXJ

UN CORPOSO LIBRO CHE PARTE DALLA FONDAZIONE DI VOLTURARA FINO AI GIORNI NOSTRI CON NOTIZIE INDEDITE ED INTERESSANTI . SODDISFATTO DEL LIBRO .

martedì 8 gennaio 2019

100 anni fa , 53) vittima della guerra 8 Gennaio 1919, Napoli Ospedale militare principale Trinita’ Zirpolo Emilio nato il 6 Ottobre 1899 da Michele e Teresa Picardi,


8 Gennaio 1919 Napoli Ospedale militare principale Trinita’

Zirpolo Emilio nato il 6 Ottobre 1899 da Michele e Teresa Picardi,contadino,soldato nel 10° Fanteria per malattia contratta in servizio

nato il 6.10.1899

era l'unico figlio maschio con due sorelle . 

Adelina Nata nel 1905 che nel 1928 sposa Mele Almerindo 

Maria Giuseppa che nel 1920 sposa Santoro Vincenzo . 

100 anni fa , 52 vittima della guerra , 3 Gennaio 1919 Sarno Ubaldo di Costantino e Petronilla Di Meo,contadino per broncopolmonite.

era tornato a casa , ma nuore per broncopolmonite . Aveva 29 anni 

100 anni fa 30 dicembre 1918 51 ) vittima della guerra . Pennetti Raffaele nato il 24 Agosto 1899 da Salvatore e Maria Gioiella , aveva 19 anni .


Ospedale da campo 045

Pennetti Raffaele nato il 24 Agosto 1899 da Salvatore e Maria Gioiella ,contadino,soldato nel 41° Fanteria,in seguito a broncopolmonite

100 anni fa 50) giovane immolato . 30 Dicembre 1918 Ospedale da campo n° 0102 Feo Emilio di Vincenzo e Anna Masucci,soldato nel 36° Artiglieria da campagna. Morto in seguito a malattia

La guerra è finita , ma i giovani volturaresi continuano a morire nei diversi ospedali 
30 Dicembre 1918 Ospedale da campo 0102

Feo Emilio di Vincenzo e Anna Masucci , soldato nel 36° Artiglieria da campagna. Morto in seguito a malattia . Era nato il 24 dicembre 1894 , aveva 24 anni .



sabato 5 gennaio 2019

LA LEGGENDA DEL 6 GENNAIO


Una leggenda popolare diceva tanti anni fa che il 6 Gennaio alla mezzanotte di ogni anno le anime dei defunti in processione girano per le vie del paese che li accoglie in un silenzio irreale. Nebbie nella nebbia di Volturara godono degli angoli e delle strade a loro familiari , col rispetto dei vivi che non osavano disturbarli , restandosene tappati in casa magari svolgendo con lentezza la corona del rosario raccolti in preghiera per loro e mettendo dietro gli usci una pentola piena di acqua alla quale le anime dei familiari possono dissetarsi. Una scena eterna , dove dietro ai grandi protagonisti della nostra piccola storia , il popolo sfila in un corteo infinito e dai contorni sfumati . Ombre senza sorriso , ma anche senza più dolore. Chi morirà sarà là con loro a continuare una marcia che è il nostro passato , ma che sarà sempre presente, anche nel futuro.