mercoledì 18 agosto 2021

SEBASTIANO DE CRISTOFANO ( 1860-1937 ) SOCIALISTA ANARCHICO DI VOLTURARA IRPINA

 

Quando essere socialista era una dimensione di vita .

 

Ho dedicato le mie vacanze a seguire la fuga di Sebastiano de Cristofano dall’Italia e dalla polizia . Ho iniziato il viaggio dall’Archivio di Stato di Roma dove riesco a recuperare un dossier di decine di pagine che ha aperto uno squarcio interessante su di una esistenza dimenticata . Ho trovato le sue tracce in rue Delille 23 a Nizza e in Grande Rue 9 nel porto di Marsiglia . Ne è uscita la figura di un socialista di fine 800 romantica e ribelle che ha pagato con sofferenze il prezzo della sua voglia di libertà e che ha dedicato la sua esistenza a parlare di ideali e di diritti negati ai poveri ed ai maltrattati , senza protagonismo o ambizioni , senza mai rivestire cariche politiche o di gestione .

 

Figlio dell’avvocato Ferdinando ( 1828-1865 ) e di Maria Luigia Iannaccone, nasce nel rione Pozzella alla Spiezeria il 12 Novembre 1860 .

All’età di 5 anni rimane orfano del padre , che era stato amministratore nel decennio 1850-1860 , Tenente della Guardia Nazionale e dal 1860 impiegato comunale , caduto in disgrazia per non aver firmato al Plebiscito del 21 Ottobre 1860 di annessione al Piemonte .

Sebastiano partecipa al movimento socialista irpino che si va organizzando tra mille difficoltà e minacce a fine 800 . Nel 1894 è presente a casa del farmacista calitrano Pasquale Cioffari nella prima  “ Conferenza irpina sul socialismo e sull’avvenire dei lavoratori “ in cui si teorizzava il Socialismo

“ come unica forma di governo con l’abolizione dei capi , per essere tutti uguali , e con l’ abolire la proprietà, che è un furto , e la moneta , costituendo un magazzino sociale “ .

Agli inizi del 900 lo troviamo a Bisceglie con un’agenzia di commissioni e rappresentanza commerciali , sposato con Lucia Loiodice e con due figlie in tenera età .

Schedato dalla Prefettura di Bari con il fascicolo 7746 dal 21 Marzo 1904 , viene seguito in tutti i suoi movimenti e perseguitato in tutte le sue azioni .

Nella scheda viene segnalato con i seguenti connotati  : alto m 1 , 68 , statura giusta , corporatura giusta , capelli neri con calvizie incipiente , fronte alta , naso profilato , dilatato nelle pinne , occhi castani , bocca grande , mento ovale , viso ovale , colorito pallido , barba nera rasa con baffi ripiegati all’insù , portamento svelto , espressione fisionomica intelligente , abbigliamento civile , porta cappello nero duro e lenti con laccetti di seta nera .

Viene descritto come socialista che nell’opinione pubblica non riscuote buona fama , di carattere irriflessivo e talvolta violento , di scarsa educazione , di vivace intelligenza ma di cultura mediocre . La nota afferma ancora che frequentò le scuole secondarie senza conseguire titoli accademici, che è un lavoratore fiacco perché predilige i divertimenti , trae il sostentamento dall’agenzia di rappresentanze e commissioni e dall’opera che presta saltuariamente quale scritturale presso qualche commerciante , frequenta la compagnia dei socialisti del luogo , è iscritto al Partito Socialista, precedentemente non appartenne ad alcun altro partito, nel partito esercita mediocre influenza , limitatamente però al luogo in cui risiede ed alla classe dei contadini ed artigiani , è stato ed è in relazione ed in corrispondenza con Canio Musacchio da Gravina , con Angelo Ciccarelli di Trani e qualche altro dei paesi vicini . Non ha mai dimorato all’estero , non è appartenuto ad associazioni sovversive di mutuo soccorso o di altro genere , tranne quella di essere socio della sezione socialista di Bisceglie , non ha collaborato né collabora a redazioni di giornali , non riceve giornali del partito, legge l’Avanti , la Ragione , l’Asino , fa propaganda socialista tra i contadini e gli artigiani con mediocre profitto . Attualmente però è in decadenza perché lo hanno riconosciuto parolaio e compromettente. E’ capace di tenere conferenze , e ne ha tenute diverse a Bisceglie specialmente sullo scorcio del 1903 al tempo cioè dell’agitazione per la questione daziaria. Quando parla si riscalda facilmente e spesso trascende nel linguaggio , verso la autorità tiene contegno indifferente e quasi sempre sprezzabile , non risulta che abbia preso parte a manifestazioni del partito . Nel giorno 16 Febbraio 1903 prese parte alla mascherata allegorica fatta in Trani dai socialisti che furono causa di gravi tumulti , non fu proposto per l’ammonizione , non fu proposto pel domicilio coatto , trovasi sottoposto a due procedimenti penali , l’uno per istigazione a delinquere commesso il 29 dicembre 1903 ( art 246 codice penale ) , l’altro per aver con violenza  e minacce turbato le funzioni del Consiglio comunale di Bisceglie , e per istigazione a delinquere . Non ha subito condanne precedentemente .

Il 16 Luglio il tribunale di Trani lo assolve dal reato penale e la Pretura di Bisceglie lo assolve dal pagamento pecuniario per estinzione del reato . Nelle stesso mese viene assolto dal reato di violenza dal Giudice istruttore del Tribunale di Trani .

Il 16 settembre 1904  in ricorrenza della nascita di Sua Altezza Reale, il principe ereditario Umberto , Sebastiano espone alla finestra della sua abitazione una bandiera anarchica , usata a mezz’asta ed abbrunata . Riferisce al delegato di pubblica sicurezza di averla messa per i fatti di Castellazzo , ma la bandiera viene sequestrata e lui viene denunciato in base all’art. 126 del codice penale.

Per sfuggire alla polizia , il 28 novembre scappa con la famiglia a La Spezia, dove trova lavoro . La Prefettura della città viene informata del suo arrivo e della sua pericolosità dal Ministero dell’Interno , tramite la Prefettura di Bari.

Il 30 Novembre 1904 il tribunale di Trani lo scagiona per il reato commesso nel mese di settembre .

Agli inizi del 1908 , Sebastiano dopo aver abbandonato la moglie ed inseguito dai debitori , passa a Genova e decide di emigrare in Francia destinazione Parigi .

Con una nuova compagna ed i tre figli avuti dalla moglie di 16 , 10 e 4 anni si stabilisce invece di nascosto in un sobborgo di Nizza , il vallone della Mantega, casa Pelleri . Vive d’espedienti e frequenta compagnie socialiste . La sua presenza viene subita notata per una cartolina che invia da Nizza a suo fratello a Volturara in data 21 Aprile . Il Ministero degli Interni allerta il Consolato italiano a Nizza per avere notizie del sovversivo , ma il Consolato scambiando il nome di Sebastiano con quello di Salvatore per due anni non riesce a rintracciarlo e scrive al Ministero dicendo che il sovversivo forse era solo di passaggio per Nizza

Nel Giugno 1909 viene sfrattato per mancato pagamento del fitto . Va ad abitare in Rue Delille  23 . Sottoposto a giudizio penale per appropriazione indebita , riesce ad essere prosciolto .

Nel Giugno 1910 viene sfrattato anche da quest’ultimo domicilio dall’usciere per mancato pagamento del fitto ed il 18 dello stesso mese , inseguito dai creditori si dilegua per ignota destinazione . Si reca a Marsiglia nel Novembre dello stesso anno .

La Prefettura di Bari in data 23 Agosto 1910 emana una circolare a tutte le Prefetture d’Italia per la sua ricerca e vigilanza .

Nel settembre dello stesso anno Sebastiano si rivolge al Consolato di Marsiglia per ricercare una sua figlia minorenne , secondo la denuncia ,  riportata da sua madre in Italia a scopo immorale  .

Fa diversi lavori , giardiniere , pittore , muratore ecc… Dopo due anni viene individuato a Marsiglia in Grande Rue n° 9 , dove mantiene buona condotta e risulta impiegato come cassiere presso la Singer , famoso marchio per macchine da cucire . In seguito riesce a lavorare come impiegato al Consolato italiano di Marsiglia fino alla pensione .

Il 20 Agosto 1929 il Ministero degli Interni cancella Sebastiano dallo schedario dei sovversivi e dalla rubrica della frontiera . Muore a Marsiglia nel 1937 .


 

giovedì 17 giugno 2021

https://mobmagazine.it/blog/2021/04/03/genealogia-volturara-irpina-av-e-la-storia-delle-sue-famiglie-%c7%80-intervista-a-edmondo-marra-%c7%80-di-maria-teresa-de-donato/?fbclid=IwAR3JjBpFsz25tQUf7-e5wwt49zXZY_lVOs3zy9dgJ7HT0RzRpZnKxUq67A8


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Un altro graditissimo ospite è tornato a trovarci oggi su questo mio Salotto Culturale Virtuale.

Si tratta dell’amico e collega-autore Dr. Edmondo Marra, Medico – oggi in pensione – ed ex Sindaco di Volturara Irpina, terra nativa di un ramo dei miei antenati.

Anche con Edmondo gli argomenti da trattare sono tantissimi, così come altrettanto numerosi sono i libri che ha pubblicato negli anni, disponibili su tutta la rete di distribuzione Amazon ed ordinabili anche in libreria.

Con Edmondo abbiamo avuto altre due precedenti interviste – la cui lettura consiglio a tutti gli amici che ci seguono – intitolate rispettivamente Quartiere e senso di comunità: Volturara Irpina (Av), imperniata sulla storia di questa cittadina e su alcuni aspetti che l’hanno caratterizzata nei secoli, tra cui il fenomeno del brigantaggio, e Irpinia tra storia e leggendain cui abbiamo considerato vari temi e personaggi le cui vite si perdono nella notte dei tempi e continuano ad affascinarci oscillando tra realtà e fantasia.

Oggi continueremo, quindi, l’analisi della storia di Volturara Irpinia (AV) e dell’Irpinia in generale, esaminando in modo particolare le famiglie che nel corso dei secoli hanno contribuito alla sua crescita sotto tutti i punti di vista.

MTDD: Ciao Edmondo e grazie per aver accettato questo mio invito. È sempre un piacere parlare con te.

EM: Grazie Teresa. Essere ospite del tuo salotto virtuale è per me un momento molto gradito. Vi partecipo con entusiasmo perché sei una persona che fa cultura senza secondi fini, per il gusto di conoscere e studiare.

 

MTDD: Ti ringrazio di cuore per queste tue parole, Edmondo, che sono applicabili anche a te, che ammiro e stimo moltissimo, e di cui mi sento onorata di essere amica.                  

Per coloro che non ti conoscessero ancora, vorresti spiegare com’è nato questo tuo amore per la Genealogia e perché hai avvertito il bisogno di fare tutte queste ricerche ed immortalarle nei tuoi libri?

EM: Scoprire i nomi, le vicende e magari il volto dei miei antenati è stato un mio sogno sin da ragazzo e ho potuto realizzarlo nel tempo con sacrifici enormi superando difficoltà che sembravano insormontabili. Oggi posso ritenermi soddisfatto perchè sono riuscito a comporre l’albero genealogico della mia famiglia e  della famiglia di mia moglie fino al 1500 con tutti i suoi componenti, maschili e femminili. Come puoi immaginare il raggio di ricerca è immenso. 4 genitori, 8 nonni, 16 bisnonni, 32 trisavoli, ecc. Per arrivare alla quindicesima generazione ci sono migliaia di nomi e penso che, se messo su di un muro, abbia una  lunghezza enorme. L’aspetto simpatico che nessuno rimarca è che la presenza di ognuno di noi su questo mondo è un vero miracolo della natura. Sarebbe bastato che uno qualunque dei nostri antenati fosse morto prima, per una delle tante epidemie, o avesse pensato ad altro quel giorno e noi non saremmo mai nati. Chissà quanti poeti, scrittori, scienziati, musicisti non sono nati perchè il loro antenato è morto prima di procrearli per cause contingenti come malattie e/o guerre.

La ricerca è diventata nel tempo una vera passione ed ho incominciato a raccogliere e scannerizzare documenti per anni. Giornate intere negli archivi comunali, parrocchiali e provinciali a fotografare e raccogliere materiale. Sono stato anche aiutato da ragazzi e ragazze che mi hanno permesso di creare un archivio multimediale immenso ricostruendo la storia del mio paese con avvenimenti e personaggi dimenticati o mai nominati. Ho trascritto in excel tutti i matrimoni, le nascite ed i decessi del paese ed oggi riesco a creare l’albero genealogico di ogni cittadino volturarese in una giornata. Ho pubblicato nel tempo su Amazon un libro su ogni cognome locale (circa una ventina) con gli alberi genealogici di ogni ramo per vedere anche il grado di parentela tra di loro e per permettere a tutti di avvicinarsi a questa scienza che mi piace troppo. Conoscere il passato è il viatico per vivere con felicità il futuro  e ricordare chi ci ha generato è un dovere oltre che un grande piacere.

 

MTDD: Il materiale da considerare è molto vasto, così come tante sono le famiglie di Volturara che si sono distinte nei secoli.

Io direi, quindi, di iniziare proprio dalla tua… ossia dai Marra e/o Della Marra…

EM: Sono partito con le ricerche sulla mia famiglia e mi sono allargato sui Marra del mio paese che sono più di 400. Poi ho scoperto che nel 1500 il primo antenato che ha dato origine ai Marra di Volturara è arrivato da un paese vicino, Serino, ed ho iniziato a leggere gli atti notarili di quel paese per andare indietro nel tempo. È comparsa la famiglia della Marra con i suoi componenti ed ho scoperto che era una nobile famiglia di Barletta che ha gestito i feudi di Serino e di Volturara per oltre 200 anni dalla fine del 1200 al 1530. Per adesso non sono riuscito a collegare la famiglia della Marra ai Marra comuni per mancanza di documenti, ma è sicuro che prima dell’arrivo dei della Marra a Serino, i Marra non esistevano in quella zona, quindi esiste un nesso certo tra l’arrivo dei della Marra ed i Marra comuni, ma non so quale sia. Internet mi è stato molto utile in questa fase perchè la genealogia dei Della Marra è ben documentata e scopro che è una famiglia normanna arrivata in Italia con Guglielmo d’Hauteville nel 1037 e distintasi nel regno nei secoli per potenza e ricchezza. Le prime notizie la danno a Ravello e quindi a Barletta da dove si espandono per tutto il meridione acquistando feudi e contraendo matrimoni ben indovinati. Le ricerche sulle sue origini prima dell’arrivo in Italia mi hanno portato in Normandia a Sainte Opportune la Mare ed in Norvegia in un fiordo chiamato Maera (Mare), da dove sarebbero partiti nel 912 d.C.

 

MTDD: Assolutamente affascinante! Sono felicissima che anche tu sia riuscito a risalire così indietro nel tempo per scoprire le tue origini. Un’altra famiglia che hai menzionato nelle nostre precedenti interviste è proprio quella dei Pennetti, da cui discendo io attraverso la mia nonna paterna Teresa, che non ho conosciuto perche morì giovane quando mio padre aveva solo undici anni, ed il mio bisnonno paterno Vincenzo, e di cui, proprio grazie al tuo lavoro certosino di ricerca e documentazione, sono riuscita – e te ne ringrazio di cuore – a ricostruire quel ramo dell’albero genealogico della mia famiglia fino al 1600.

Per coloro che ancora non avessero avuto modo di leggere le nostre precedenti interviste, vorresti riassumere alcuni aspetti che hanno caratterizzato questi miei avi? In cosa si sono distinti particolarmente e perché, secondo te, meritano di essere menzionati?

EM: La famiglia Pennetti la trovo fin dai primi atti notarili di Volturara che risalgono al 1572 (nei documenti in latino è Pendecta, poi Pendetta, Pennetta e dal 700 Pennetti). È sicuramente una delle famiglie più antiche del paese e, per me, la famiglia di notabili per antonomasia. I notai già del 600 sono Pennetti, i medici sono Pennetti e diretti antenati  tuoi. Hanno fatto la storia di Volturara, mantenendo un atteggiamento signorile senza strafare ed avendo quasi sempre un buon rapporto con il popolo. Illuminati, ed inclini ad i mutamenti sociali e politici nel tempo hanno superato le vicende tormentate della storia del Meridione con il rispetto e la cultura. Nel 700 si dividono in due rami, qualche volta contrapposti tra di loro, e nell’800 resta solo il ramo della tua famiglia, mentre l’altro si estingue per mancanza di eredi maschi. Dopo l’Unità d’Italia il tuo trisavolo Gerardo, avvocato, per lavoro, si trasferisce ad Ariano Irpino, dove nasce il tuo bisnonno Vincenzo, mantenedo i rapporti con il paese saltuariamente. I due figli maschi Vincenzo e Giuseppe vivono tra Napoli, Avellino, Volturara ed il vicino paese Sorbo Serpico dove possiedono una villa.

Giuseppe è ingegnere e ottimo scrittore di storia locale. A fine ottocento  si trasferisce in Basilicata.

Vincenzo è una gloria irpina e volturarese che eccelse nel giornalismo (fondatore di alcuni giornai provinciali) combattendo il malcostume dei politici e dei potenti, e nella cultura (pubblica diversi libri con ricerche e studi sul mondo antico). Laureato in giurisprudenza a 30 anni diventa titolare di cattedra universitaria alla Federico II di Napoli in diritto civile. Muore l’anno seguente, a 31 anni, per una infezione intestinale in un periodo dove non esistevano antibiotici. Amava anche la vita mondana ed era amico di Salvatore di Giacomo e di altri poeti e scritttori napoletani.

 

MTDD: Molto interessante. Mi sembra quasi di essere in mezzo a loro mentre mi descrivi i miei antenati.                                                                     

Quali sono le famiglie che hanno maggiormente contribuito allo sviluppo sociale e politico di questa terra ed in che modo lo hanno fatto?

EM: Oltre ai Pennetti, pochissimi hanno dato il loro impegno a migliorare il paese. Tutti tesi a prendere e a non dare, hanno contribuito a mantenere uno status quo di povertà e di immobilismo che ha creato un’imponente emigrazione a fine 800, nel secondo dopoguerra e negli ultimi dieci anni. Gli stessi Pennetti hanno venduto le proprietà in paese e se ne sono andati nel dopoguerra. Da ricordare in primis il sommo storico e uomo di fede Padre Alessandro Di Meo (1726-1786) autore degli Annali del Regno di Napoli nella mezzana età in dodici tomi, fonte di tutti gli storici italiani ed europei.

Antonio Masucci (1618-1682), frate conventuale a Napoli autore di molti romanzi ormai persisi nel vento della dimenticanza.

Vincenzo Pasquale (1841-1917) autore di alcune opere mai edite, che ho avuto il piacere di pubblicare io nel tempo grazie ai suoi discendenti che mi hanno dato i manoscritti inediti.

Roberto Rezieri Di Meo autore de La Storia di Volturara nel 1989. Nicolina Catarinella, vivente, che ha scritto molto sulla storia e costumi locali con diversi libri pubblicati.

 

MTDD: Quali sono le famiglie che si sono distinte sotto i profili culturale ed artistico?

EM: La famiglia Pennetti, Masucci, Di Meo, De Feo, Marra.

 

MTDD: Puoi farci una panoramica delle altre famiglie che hanno maggiormente lasciato il segno nella storia di Volturara e dell’Irpinia indicandocene l’area?

EM: È un discorso molto ampio che è difficile affrontare in poche righe. Mi riservo di parlartene in altra occasione

 

MTDD: Benissimo. Sarò molto felice di averti di nuovo mio ospite.

Nell’area spirituale e religiosa, quali sono le famiglie da cui sono nati personaggi che si sono particolarmente distinti e sono stati più amati dalla popolazione locale e perché?

EM: La famiglia Di Meo, che è molto diffusa nel paese, ha come riferimento la figura di Padre Alessandro, presente nella piazza principale con una statua bronzea a grandezza naturale regalata al Comune dagli emigrati in America nel 1926.

 

MTDD: Quali sono le famiglie di Volturara i cui cognomi sono associati a individui che hanno ‘regnato’ o che comunque sono appartenuti (e/o ancora appartengono) all’aristocrazia?

EM: Nella secolare storia del paese, come locale, solo Decio Masuccio è stato proprietario di Volturara dal 1596 al 1627 comprando il feudo da Antonio Carafa de Marra ed acquisendo il titolo di Barone. Tutte le altre famiglie sono state di notabili e piccoli proprietari terrieri, essendo il territorio locale racchiuso in una valle bellissima ma non troppo estesa.

 

MTDD: Ci sono state delle dinastie, anche tra regnanti ed aristocratici, di Volturara che si sono estinte nel tempo?

EM: I baroni Nicola e Corrado della Marra comprarono il feudo di Volturara nel 1303 e lo trasmisero di figlio in figlio per nove generazioni fino al 1530 per un totale di 227 anni. La famiglia si estinse nel 1600. Tutti i feudatari del paese resiedevano a Napoli con un referente locale che fungeva da esattore delle tasse e non erano volturaresi.

 

MTDD: Edmondo, ritieni questo tuo lavoro di ricerca storica e genealogica concluso o c’è ancora molto da ‘scavare e portare alla luce’?

EM: C’è ancora molto da leggere e da cercare, anche se l’interesse della gente è minimo e non si dà spazio alla storia locale nelle scuole.  Vorrei riuscire a capire per esempio il filo che lega i Della Marra ai Marra attuali in modo scientifico come richiede  la genealogia, ma non riesco a trovare i documenti, oppure capire l’origine dei cognomi fin da quando sono stati istituiti.

Come tanti paesi Volturara ha partecipato agli avvenimenti del regno di Napoli nel corso dei secoli con personaggi ed episodi tutti da scoprire, per adesso dimenticati in pagine di archivi che nessuno riesce a trovare, data la vastità del numero dei  documenti e la poca visibilità di essi.

 

MTDD: A seguito del terribile terremoto che distrusse l’Irpinia nel lontano 1980, gran parte del materiale degli archivi è andato perduto.

Come hai potuto continuare le tue ricerche? Quali strumenti hai utilizzato?

EM: Purtroppo in paese non è mai esistita una classificazione dei documenti comunali e parrocchiali, ma in definitiva quasi tutti i documenti esistenti nel dopoterremoto sono stati messi in salvo, anche se alcuni si sono deteriorati. La maggior parte si trova nell’Archivio provinciale in Avellino che non ha ricevuto eccessivi danni e che può essere consultata tranquillamente. Il problema grosso sono i documenti dell’età angioina di Napoli che furono distrutti da un incendio provocato dai nazisti. Una perdita grandissima ed irreparabile per la cultura del Meridione.

È proprio la rete degli Archivi storici nazionali che sta dando un grosso aiuto alla ricerca sia storica che genealogica attraverso la pubblicazione in rete di tutti i documenti di nascite, matrimoni e morti dal 1809 al 1920 dei Comuni italiani con la possibilità di poterli consultare liberamente on line. Siamo all’inizio, ma se metteranno anche gli altri documenti scannerizzandoli, ogni studioso avrà la possibilità di poter consultare da casa ogni tipo di documento senza problemi.

 

MTDD: Speriamo che ciò avvenga presto. Sarebbe stupendo avere la possibilità di continuare queste ricerche e di scoprire molti altri ‘tesori nascosti’.                             

Ci sono altri aspetti, sempre legati alle tue pubblicazioni in materia di genealogia, che non abbiamo trattato?

Se sì, mi farebbe piacere se le menzionassi tu…

EM: Il mio sogno è trovare un esperto che crei un programma con un motore di ricerca da vendere a tutti i Comuni con il quale ogni cittadino può costruire l’albero genealogico della sua famiglia direttamente on line sul sito istituzione con un link, magari in maniera gratuita.

 

MTDD: Mi sembra un’idea davvero eccellente. Ti auguro di riuscire a realizzarla quanto prima.                                                                                       

Coloro che desiderassero farlo, in che modo potranno contattarti?

EM: La mia email è edmondomarra@vigilio.it

 

MTDD: Grazie, Edmondo, per essere stato con noi oggi e per tutte le informazioni che ci hai provveduto. La Genealogia è un tema di fatto senza fine. Sono certa, e me lo auguro di cuore, che i tuoi concittadini non solo apprezzino tutto il lavoro che hai fatto in questo settore negli anni, ma che ne riconoscano anche il valore a livello culturale e sociale, volto alla ricerca e alla documentazione della storia del vostro popolo, della vostra terra e della vostra cultura locale.

Ricordare e tesoreggiare le proprie origini è vitale per tutti i popoli.

EM: Grazie a te, Teresa, per l’ulteriore possibilità datami di parlare del mio microcosmo a cui ho cercato e sto cercando di dare una memoria storica per non disperdere i valori, le azioni, gli ideali consegnatici da chi è stato prima di noi. La mia passione per la storia non mi allontana dalla realtà attuale, anzi me la fa capire con significati intensi che spesso sfuggono a tante persone. Continuerò a cercare carte antiche, con personaggi dimenticati, eventi non conosciuti e libri che nessuno ha letto nella speranza di arricchire le mie conoscenze e di donare, a chi verrà dopo di noi, notizie su un mondo che negli ultimi decenni ha subito grossi cambiamenti cancellando del tutto usi e costumi che hanno costituito la vita dei nostri antenati per secoli e secoli in un divenire lento e costante che il terzo millennio butta nel cestino della dimenticanza  velocemente spesso non a ragione.

Grazie e ciao!

 

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