INTRODUZIONE
L’arrivo dei primi normanni in Italia meridionale avviene nel 1016 ,
mille anni fa, ed il loro dominio finisce con l’ultima regina ,Costanza
d’Altavilla , che muore nel 1198 . In questi quasi duecento anni di storia,
segnata da continue e sanguinose battaglie , l’Italia meridionale subisce
profondi cambiamenti che avranno ripercussioni importanti nei secoli successivi.
Eredi dei vichinghi norvegesi , si erano stabiliti in Francia nel 912, con
Rollone che ,sposando la figlia del Re di Francia e convertendosi al Cristianesimo
, aveva avuto in dono la Normandia. Guerrieri possenti e coraggiosi ,
scortavano i pellegrini ed i mercanti per l’Europa fino in Terra Santa o si
affidavano a qualche signorotto di turno come mercenari . In uno dei tanti
viaggi sostarono a Salerno , dominata dal Principe longobardo Guaimario III , e
contribuirono alla sua vittoria contro i Saraceni che l’avevano assediata. Come
premio si accontentarono di doni in natura e di qualche gioiello , ma nel
volgere di alcuni lustri si impadronirono di tutta l’Italia meridionale
scacciando i Bizantini e i Saraceni che se l’erano spartita per secoli e secoli
e gli stessi longobardi che li avevano chiamati in loro aiuto furono privati di
tutti i loro possedimenti e relegati a ruolo di comparse . La loro storia si
identifica con la storia di una sola famiglia , gli Altavilla , che di
generazione in generazione , tra guerre contro tutti e spesso tra di loro ,
riuscirono a rafforzare la leadership e a mantenere il potere fino
all’estinzione per mancanza di eredi maschi . Con la loro scomparsa, finì il
periodo normanno , anche se i successivi regnanti svevi conservavano una parte
del loro sangue , ereditato da Costanza d’Altavilla che aveva sposato il
tedesco Enrico VI , figlio di Federico Barbarossa . Nel 1130 unificarono tutto il Meridione dal Lazio alla
Sicilia in un unico regno che sarebbe durato settecentotrenta anni , fino al
1861 , quando fu creata l’Unità d’Italia . Durante il loro dominio iniziarono
le Crociate per liberare il Santo Sepolcro ( 1096 ) , fu istituito l’Ordine dei
Templari ( 1118 ) , si diffuse l’uso dei
cognomi da affiancare ai nomi , nacquero le lingue nazionali ed i primi poeti
italiani , si consolidò l’identità dei paesi , divisi in feudi e gestiti
capillarmente ad uno ad uno da loro conterranei fidati e fedeli . Furono ratificate
le prime normative per la difesa della proprietà , del rispetto di regole
sociali , della difesa delle donne e fu anche coniato per la prima volta il
Ducato , moneta che durerà oltre sette secoli . Soli contro tutti , odiati e
temuti , riuscivano a vincere battaglie contro eserciti molto più numerosi ,
con un’audacia ed un tempismo che fanno pensare anche a qualcosa di
soprannaturale o meglio ancora di predestinato. Come se una volontà superiore
avesse voluto il loro ingresso e la loro storia nella nostra nazione per uno
scopo ben preciso . Cattolici ferventi, ma feroci come animali selvatici,
ambiziosi senza ritegno , ma rispettosi delle alleanze , approfittavano del
minimo errore per cambiare strategia politica ed impadronirsi del feudo o regno
dell’alleato che era venuto meno ai patti . Sospettosi per natura , agivano sempre da
soli e da soli vincevano quasi tutte le battaglie o con la forza o con
l’astuzia o con l’improvvisazione del momento , che disorientava ogni
avversario . Amici dei bizantini contro i saraceni , diventavano amici dei
longobardi contro i bizantini, ed alla fine spensero dopo quattro secoli di
dominio ininterrotto anche la storia longobarda , restando padroni
incontrastati dell’Italia meridionale per oltre un secolo . Quando Roberto
d’Altavilla detto il Guiscardo , nel 1059, riuscì a compiere il salto di
qualità facendosi eleggere , con la benedizione del Papa , Duca di Puglia , di
Calabria e di Sicilia , che era ancora
in mano ai saraceni , divennero un treno inarrestabile e feroce che faceva
gridare alla gente di ogni paese o contrada “ a furore normannorum libera nos Domine “ (
liberaci , o Signore , dal furore dei normanni ) . Devastazione e sottomissione
totale era la ferrea legge che non risparmiava nessuno e che in breve tempo li
portò al rango di padroni assoluti , contro cui nessuno osava ribellarsi .
L’arrivo al trono poi del nipote Ruggero d’Altavilla detto il normanno , fu
l’apoteosi della loro ascesa e l’inizio di una nuova epoca. Era il 1130 e fino
a fine secolo è un continuo ampliarsi della loro sfera di azione che nella
seconda metà del secolo arriva anche in Africa ed Asia . Durante l’epopea
normanna si mettono in luce personaggi di grande spessore umano e caratteriale
che meritano di essere menzionati ed analizzati rappresentando lo specchio
fedele della società di allora e rivestendo il ruolo di icone immortali e senza
tempo . Servi , traditori, eroi e donne
con forte personalità che cavalcarono e determinarono eventi e situazioni di
grande rilevanza politica e sociale . La fermezza morale di Guido di Conza era
una eccezione in un mondo in cui prevaleva solo e sempre la prepotenza e la
forza bruta . La fedeltà incondizionata al Re porta Riccardo d’Aversa all’estremo sacrificio , affrontato con
dignità e fermezza . L’acume tattico di Saracena della Trinità è un esempio
universale di amore materno e la sua cavalcata durante tutto il XII secolo è
una pietra miliare nelle vicende dell’Irpinia, anche se dimenticata e relegata
nel fondo cupo e nero dello scivolo della Storia . L’ostinatezza di Gisulfo di
Salerno o l’audacia di Rainulfo conte di Avellino e di Caiazzo o meglio ancora
l’astuzia ulissea di Roberto il Guiscardo alle prime armi in Italia sono
spaccati di vita che possono entrare nella scena immortale della commedia della
storia dell’uomo dalla porta principale . Né possiamo dimenticare l’epopea
della famiglia della Marra , che , dopo cento anni di fedeltà continua agli
Altavilla , all’ultimo , sceglie la parte sbagliata e perdente, e ne paga le conseguenze fino a scomparire dalla
scena politica e militare,scappando in Germania o nascondendosi tra la gente
comune dando origine ai Marra attuali .
Occorre pensare che da uno solo di loro sono nati migliaia e migliaia di
discendenti che vivono nella società attuale a chilometri di distanza tra di
loro e che non sapranno mai di essere parenti e di avere il corredo cromosomico
in comune . Da non trascurare infine l’importanza fondamentale che ha avuto
nella storia d’Italia la battaglia di Civitate del 18 Giugno 1053 che è la
chiave di volta del dominio normanno nella nostra penisola e prepara l’ascesa
degli Altavilla al potere . Sono schierati 3000 cavalieri normanni con 500
fanti e di fronte a loro un esercito imponente di 6000 e passa soldati
pontifici reclutati in mezza Europa da un Papa che per la prima volta nella
storia si pone alla testa di un esercito con il vessillo di Pietro ed arringa i
soldati prima della battaglia invocando su di loro la benedizione del Cielo .
E’ una guerra santa che doveva annientare i normanni e cancellarli per sempre ,
invece è la giornata del dioscuro Roberto il Guiscardo che , disarcionato per tre
volte dai nemici, si rimette in sella e fa strage di svevi, incitando i suoi
alla riscossa , in un momento di gravissima difficoltà . Fosse andata
diversamente , la storia delle nostre contrade non sarebbe stata la stessa nel
millennio successivo . Ma quello che rende unica e mitica questa battaglia è
sia la strategia militare messa in atto , che permette al Davide di sconfiggere
Golia e sia la successiva strategia politica di sottomettersi al Papa sconfitto
e riconoscerlo come referente e capo .
Una serie mirabile di circostanze e di avvenimenti , senza sbagliare un solo
colpo , che lascia perplessi e pensosi molti storici che hanno affrontato e
scritto nei secoli delle avventure degli eredi dei vichinghi in Italia
meridionale .
edmondomarra@virgilio.it
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