martedì 3 luglio 2018

dal romanzo storico 1656 , la peste


Capitolo VI   Le favole di Giovannina



Giovannina dimostra molto di più dei suoi cinquanta anni . Minuta , con le spalle e la schiena incurvate , sembra sopportare un dolore più grande di lei con rassegnazione cristiana e una volontà di vivere solo per pregare per la perdita del marito e di sua figlia nella baraonda dell’agosto precedente . E’ una sopravvissuta alla prima ondata della peste e non volendo tornare nella  casupola che le ricorda il passato , è rimasta nell’ospedale a dare una mano . Si adatta a fare di tutto. Rassetta le stanze , porta le ciotole di cibo ai malati , unge con creme e linimenti i corpi martoriati degli appestati , poi al calare della sera si trasforma . Si lava per bene , si rassetta e va nella stanza dei fanciulli . Accende il lume e si siede sulla panca con i letti intorno . Un sorriso velato fa da saluto ai piccoli che attendono impazienti il suo arrivo . Anche chi è sopito nell’ardore della febbre e sofferente nei dolori della malattia , si sveglia e la osserva con curiosità . Inizia con una preghiera antica che è il preludio ai suoi racconti , alle sua fiabe . Assume un aspetto austero e con tono profondo cerca di attirare l’attenzione dei piccoli per far loro dimenticare per un poco le tante sofferenze . Ogni sera è un racconto diverso per sette giorni fino a ricominciare daccapo con nuovi ospiti , dopo che i precedenti sono stati portati via dai becchini . E’ il tempo che basta per vederli morire ed ogni volta che inizia dal lunedì spera sempre che questo vento maledetto si plachi e ritorni la luce.

Inizia sempre con la favola della principessa Biancacipolla .

 C’era una volta un Re che aveva una figlia di nome Biancacipolla che non sorrideva mai e rispondeva sempre con un “no “ a tutte le domande o le richieste che le facevano . Il Re era molto contrito per il futuro della figlia e sperava sempre che si sposasse per dargli un erede. Chiamava  tutti i maghi e gli scienziati del regno per cercare di risolvere la questione , ma gli anni passavano e la figlia si chiudeva sempre di più in se stessa , senza sorridere mai . Restava giornate intere nella sua stanza e scendeva solo per mangiare .

Ormai la storia di Biancacipolla , principessa triste , era conosciuta in tutto il regno ed ognuno cercava da portare una soluzione che si rivelava sempre inutile . Il Re aveva ormai perso ogni speranza di vedere la figlia sorridere , quando si presentò a palazzo un giovane contadino che affermò di avere la soluzione del problema . Il sovrano , contrariato dalla sfacciataggine di quel giovane e non credendo che dove avevano fallito i migliori scienziati , potesse arrivarci lui con quei calzoni stinti e quelle scarpe che sembravano barche, lo fece buttare fuori dai servi , ma la Regina , stanca della situazione in cui versava la figlia , nei giorni seguenti si mise nelle sue orecchie di continuo per convincerlo a dare una possibilità al giovane di provare a risolvere il problema della figlia . Alla fine riuscì nel suo intento ed il Re mandò un bando per tutto il regno per far tornare alla  reggia il contadino e metterlo alla prova . La notizia arrivò alla fine in quella campagna sperduta dove abitava il giovane che in poco tempo si ripresentò davanti al Re con aria baldanzosa e disinvolta . Il Re , per non esporsi a brutte figure , gli pone una clausola che se riesce nell’intento di far ridere la figlia gliela farà sposare , in caso contrario gli farà tagliare la testa. Il giovane senza tentennamenti accetta la sfida e chiede al Re di essere lasciato solo con la figlia per un poco di tempo . Detto , fatto ,  entra nella stanza della ragazza che sta sdraiata sul letto , si siede in un angolo lontano da lei ed incomincia a riflettere. Poi le si rivolge dicendole

“ Possiamo mai restare così lontani che non senti nemmeno quello che dico ?

Come abituata da sempre Biancacipolla gli risponde di no ed il giovane si sente allora autorizzato ad avvicinarsi a lei . La ragazza resta sbigottita dalla furbizia del giovane e studia come frenare la sua irruenza , ma lui insiste e le chiede

“ Possiamo mai restare così lontani , io su una sedia e tu nel letto?

Biancacipolla risponde subito “ No “ ed il giovane senza esitazioni si infila nel suo letto .

Poi continua

“ Possiamo mai restare tutti e due nel letto senza abbracciarci ?

Allo scontato “ no “ della ragazza , il giovane si sente autorizzato ad abbracciarla e a baciarla .

A questo punto la ragazza , colpita dalla furbizia e dalla intraprendenza del giovane , scoppia in una fragorosa risata , che si sente in tutto il palazzo e risponde all’abbraccio con trasporto . Il Re e la Regina non riescono a credere ai loro occhi ed alle loro orecchie , e accorrono nella stanza della ragazza , trovandola abbracciata con il giovane . Tutti contenti decidono che quel giovane merita un premio e gli danno in sposa la figlia . Diventa principe e dopo poco tempo Biancacipolla da al Re il sospirato erede .

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