giovedì 26 luglio 2018

IL SILENZIO E' D'ORO IN ATTESA DELLA VITTORIA

VORREI DIRE AGLI IRPINI ED AVELLINESI CHE HANNO A CUORE LE SORTI DELLA SQUADRA . STATEVE ZITTI ! NON PUBBLICATE NIENTE . SE A ROMA ARRVANO LE NOTIZIE CHE ARRIVANO QUI DA NOI , CHI VUOLE CHE CI SALVA ? . NON RIPRENDETE NESSUNA NOTIZIA !
SILENZIO STAMPA SU TUTTO CIO' CHE ACCADE COME CONTORNO . E' IMPORTANTE .NON FATE CONSIDERAZIONI SU CIO' CHE STA AVVENENDO COLLATERALMENTE !

sabato 21 luglio 2018

FORZA LUPI , NON PUO' FINIRE , NON DEVE FINIRE

quella domenica del 23 novembre è ancora negli occhi degli irpini . 4-2 e Juary che danzava come un fauno …..se finisce la storia per la seconda volta è un'Italia di merda

venerdì 20 luglio 2018

IL CAPOURBANO

IL CAPOURBANO 

un quaderno scritto a mano 120 anni da un farmacista del mio paese , ritrovato in un cassetto , diventa un romanzo che pubblico perché molto piacevole da leggere . Ne esce fuori la storia di un paese della Calabria , Santo Stefano di Aspromonte , durante l'eroico periodo del Risorgimento con eroi , malfattori , traditori , passioni e amore . Prosegue con le vicende di una famiglia di notabili del posto che si trasferisce a Napoli arricchendosi con l'usura e vivendo le vicende di fine secolo fino al resoconto finale tragico 

lunedì 16 luglio 2018

Madonna del Carmine , Statua antichissima

Statua antichissima , patrimonio del PAESE , come San Sebastiano e San Carlo ! Venerata in piazza Carmine nella Chiesa omonima distrutta dal terremoto del 1980 . Aveva una Congrega seguitissima , chiusa , come le altre , a fine anni settanta dal Parroco di allora .

domenica 15 luglio 2018

NORMAN


UN POPOLO INDOMITO GIUNGE IN ITALIA MERIDIONALE DOPO L’ANNO MILLE E DISEGNA LA STORIA DI UN’UNITA’ DURATA FINO AL 1861

Quando apro un libro di argomento storico mi aspetto di trovarmi di fronte a un saggio o a un romanzo. Per Norman si tratta di una esperienza nuova. L’epopea normanna in Italia meridionale viene qui affrontata utilizzando un originale espediente narrativo.                                                                                                 Edmondo Marra, stimato medico di Volturara Irpina (AV) e studioso di storia locale e di genealogia, con al suo attivo numerose pubblicazioni su questi argomenti, da’ voce ai personaggi del suo libro lasciandoli dialogare tra loro proprio nei momenti che aprirono loro le porte della Storia. L’uso di tale tecnica finisce per trasportare il lettore in vicende realmente accadute, che si succedono però in una irreale continuità che rende più vicini gli accadimenti, accentuandone le relazioni. Commenti e sentimenti attribuiti di volta in volta agli attori di quella appare come una rappresentazione storica, intuiti e inventati dall’autore, condiscono una narrazione pulita che fa uso della lingua corrente, senza cedere alla tentazione, oggi molto diffusa, di adattare il linguaggio ai tempi di cui si narra. Neanche la distanza sociale nei dialoghi viene marcata da differenze lessicali e la lettura risulta facile e scorrevole, evitando così di distrarre il lettore dal complesso svilupparsi della storia di coloro che per due secoli determinarono le sorti della nostra Penisola. Il libro, che non ha editore, perché è stato pubblicato on line, e viene distribuito direttamente dall’autore, tratta di un periodo che va dal fatidico passaggio all’anno Mille, con una citazione dovuta alla (discussa da molti studiosi) attesa della fine, alla morte dell’ultima normanna, Costanza d’Altavilla nel 1198.Dal passaggio, quasi pacifico, dalla dominazione longobarda in Italia meridionale a quella dei Normanni che, eredi degli antichi Vichinghi, si erano ormai stabiliti in Francia abbracciando, ma mai in modo totale, la religione cristiana, alla convivenza di feudatari appartenenti ai due popoli, spesso anche imparentati, all’acquisizione del potere da parte di Roberto il Guiscardo, tra il 1047 e il 1076 e poi di Ruggiero II, detto il Normanno, re di Sicilia, che realizzerà l’unità dell’Italia meridionale, che dal 1130 durerà con continuità fino al 1861, il libro ci rende testimoni di un periodo ricco di significative  trasformazioni per il nostro Paese.

Misteri e segreti non mancano di arricchire il testo di interessanti riferimenti, come quello che l’autore fa al mitico Tesoro dei Templari e alla presenza del culto di San Michele Arcangelo, importato nel nostro Paese proprio dai Longobardi. Inoltre compare anche qualche della Marra, appartenente alla stirpe normanna, che con alterne sorti accompagna l’ascesa dei nuovi conquistatori dell’Italia meridionale .La rigorosa e attenta analisi di un periodo così poco conosciuto e affascinante per gli amanti del Medioevo va a tutto merito dell’autore che, pur volendo dare centralità alla sua Volturara e alle origini normanne della propria famiglia, riesce a inserirla in modo discreto e funzionale nel racconto.Ritengo che il testo non dovrebbe mancare nella libreria di ogni meridionale amante della nostra storia. Tuttavia ritengo che possa essere di aiuto anche agli studenti, facilitando la memorizzazione di personaggi e vicende che, in modo lungimirante, non sono state distorte dalla spinta narrativa. Studiare la Storia in questo modo sarebbe senz’altro più avvincente.Dopo aver letto Norman ho fatto alcune domande all’autore, che gentilmente mi ha permesso di capire qualcosa in più su quello che avevo letto.

Come mai ha pensato proprio ai Normanni per il suo libro?                         Sono un appassionato di ricerche genealogiche e la famiglia Marra ha origini normanne . La sua storia in tutti i libri consultati viene fatta risalire al 1200 a Ravello, mentre manca il periodo antecedente dal 1037 al 1200. Ho cercato di indagare e sono giunto alla conclusione che i della Marra arrivarono in Italia nel 1037-40 al seguito degli Altavilla . Gerardo, gran Conte di Ariano, secondo le mie ricerche è un Marra . E’ una scoperta di grande rilevanza storica, ma non suffragata da elementi inconfutabili (in un altro libro di prossima pubblicazione “Storia della famiglia Marra” c’è tutto l’albero genealogico ricostruito) . E’ consequenziale lo studio del periodo e la sua pubblicazione. Di grande aiuto mi è stato P. Alessandro Di Meo (1726-1786), volturarese trapiantato a Nola, con i suoi Annali del Reame di Napoli nella mezzana età.

Il titolo “Norman” si riferisce a un solo normanno o all’intero popolo? Norman è il prototipo del normanno (uomo del Nord), ma anche uno dei probabili capostipiti dei della Marra (Norman de la Mare). Le ricerche storiche, in definitiva, sono state lunghe e rigorose. La chicca, a cui tengo di più è il fatto che Gerardo Conte di Ariano possa essere un della Marra con i suoi discendenti fino al 1140, quando furono costretti a scappare in Germania per essersi messi contro Ruggiero II  il normanno per poi tornare alla fine del regno normanno e stabilirsi a Ravello prima e Barletta poi.

Qual è l’eredità che i Normanni hanno lasciato all’Italia Meridionale? Dopo il lungo periodo longobardo che trasforma l’Italia meridionale, la venuta e la permanenza dei Normanni apre una fase nuova che porta modernità ed arriva fino ai giorni nostri . Si ha l’unità dell’Italia meridionale per circa 700 anni fino al 1861, viene coniato il ducato, nascono le lingue nazionali, si regolamenta l’attività amministrativa su tutto il territorio (Assise di Ariano). Credo che molto di quel periodo sia arrivato ai giorni nostri, subendo cambiamenti fisiologici nel corso dei secoli e che molti toponimi risalgano a quel periodo.

Cosa ha scritto precedentemente?                                                                           Ho scritto libri sul brigantaggio napoleonico e post unitari, sulla Peste del 1656, che distrusse il 60-70% della popolazione meridionale, la storia di Volturara, di Montemarano, libri sul culto di San Nicola, San Michele e San Sebastiano a Volturara. Scrivo libri di genealogia volturarese su singole famiglie fino al 1500, cioè dai primi documenti certi.

Dove è possibile acquistare il suo libro?                                                                     Per adesso lo do io, sotto richiesta, a Volturara . Lo si può trovare anche on line su Amazon italia  

Dove e quando lo presenterà?                                                                                                Al momento non ho organizzato nessuna presentazione da nessuna parte. Non ho fatto pubblicità alla pubblicazione per capire prima se poteva essere di qualche interesse .Sicuramente lo presenterò a Castelfranci nell’Associazione “Giordano Bruno” di Felice Storti, come per ogni libro che ho scritto .                                                                                                                          

Sono convinta che il suo libro sia di grande interesse e le consiglio sinceramente di pubblicarlo e di venderlo.

Eleonora Davide , giornalista   Wwwitalia
NORMAN

mercoledì 4 luglio 2018

2009 , 26 Luglio , processione di Sant'Antonio , flashback

La Processione scende dal Campanaro . E' bellissima , migliaia di persone con ceri e candele , si avviano alla Chiesa Madre dopo aver reso omaggio al Santo di Padova , come ogni anno da 50 e passa anni . Una dimensione meravigliosa con fede , colori , spari di mortaretti , partecipazione emotiva . Dietro la Statua portata in spalle da volontari appassionati , il Sindaco con la fascia tricolore ed il vestito della festa . Affianco a lui , il maresciallo dei Carabinieri in alta uniforme e gli assessori e consiglieri a partecipare con gioia e impegno . E' questione di un attimo . La processione si ferma quando siamo affianco alla Teglia secolare , simbolo di libertà e amore per il paese . Sembra che stava aspettando il momento .  Si avvia di traverso alla processione dalla piazza al Bar dell'angolo . Il suo sguardo è duro , deciso , fuori dal normale . Osserva il Sindaco negli occhi come a dirgli : tu stai ancora qua ! Nessuno capisce , solo il Sindaco sa che non è lui che agisce e che è arrivato il momento ! . Cinque giorni dopo il Sindaco si dimette . Avrebbe voluto gridare , denunciare , combattere , ma capì perché avrebbe dovuto cercarsi un legale , l'altro ce lo aveva già !

martedì 3 luglio 2018

dal romanzo storico 1656 , la peste


Capitolo VI   Le favole di Giovannina



Giovannina dimostra molto di più dei suoi cinquanta anni . Minuta , con le spalle e la schiena incurvate , sembra sopportare un dolore più grande di lei con rassegnazione cristiana e una volontà di vivere solo per pregare per la perdita del marito e di sua figlia nella baraonda dell’agosto precedente . E’ una sopravvissuta alla prima ondata della peste e non volendo tornare nella  casupola che le ricorda il passato , è rimasta nell’ospedale a dare una mano . Si adatta a fare di tutto. Rassetta le stanze , porta le ciotole di cibo ai malati , unge con creme e linimenti i corpi martoriati degli appestati , poi al calare della sera si trasforma . Si lava per bene , si rassetta e va nella stanza dei fanciulli . Accende il lume e si siede sulla panca con i letti intorno . Un sorriso velato fa da saluto ai piccoli che attendono impazienti il suo arrivo . Anche chi è sopito nell’ardore della febbre e sofferente nei dolori della malattia , si sveglia e la osserva con curiosità . Inizia con una preghiera antica che è il preludio ai suoi racconti , alle sua fiabe . Assume un aspetto austero e con tono profondo cerca di attirare l’attenzione dei piccoli per far loro dimenticare per un poco le tante sofferenze . Ogni sera è un racconto diverso per sette giorni fino a ricominciare daccapo con nuovi ospiti , dopo che i precedenti sono stati portati via dai becchini . E’ il tempo che basta per vederli morire ed ogni volta che inizia dal lunedì spera sempre che questo vento maledetto si plachi e ritorni la luce.

Inizia sempre con la favola della principessa Biancacipolla .

 C’era una volta un Re che aveva una figlia di nome Biancacipolla che non sorrideva mai e rispondeva sempre con un “no “ a tutte le domande o le richieste che le facevano . Il Re era molto contrito per il futuro della figlia e sperava sempre che si sposasse per dargli un erede. Chiamava  tutti i maghi e gli scienziati del regno per cercare di risolvere la questione , ma gli anni passavano e la figlia si chiudeva sempre di più in se stessa , senza sorridere mai . Restava giornate intere nella sua stanza e scendeva solo per mangiare .

Ormai la storia di Biancacipolla , principessa triste , era conosciuta in tutto il regno ed ognuno cercava da portare una soluzione che si rivelava sempre inutile . Il Re aveva ormai perso ogni speranza di vedere la figlia sorridere , quando si presentò a palazzo un giovane contadino che affermò di avere la soluzione del problema . Il sovrano , contrariato dalla sfacciataggine di quel giovane e non credendo che dove avevano fallito i migliori scienziati , potesse arrivarci lui con quei calzoni stinti e quelle scarpe che sembravano barche, lo fece buttare fuori dai servi , ma la Regina , stanca della situazione in cui versava la figlia , nei giorni seguenti si mise nelle sue orecchie di continuo per convincerlo a dare una possibilità al giovane di provare a risolvere il problema della figlia . Alla fine riuscì nel suo intento ed il Re mandò un bando per tutto il regno per far tornare alla  reggia il contadino e metterlo alla prova . La notizia arrivò alla fine in quella campagna sperduta dove abitava il giovane che in poco tempo si ripresentò davanti al Re con aria baldanzosa e disinvolta . Il Re , per non esporsi a brutte figure , gli pone una clausola che se riesce nell’intento di far ridere la figlia gliela farà sposare , in caso contrario gli farà tagliare la testa. Il giovane senza tentennamenti accetta la sfida e chiede al Re di essere lasciato solo con la figlia per un poco di tempo . Detto , fatto ,  entra nella stanza della ragazza che sta sdraiata sul letto , si siede in un angolo lontano da lei ed incomincia a riflettere. Poi le si rivolge dicendole

“ Possiamo mai restare così lontani che non senti nemmeno quello che dico ?

Come abituata da sempre Biancacipolla gli risponde di no ed il giovane si sente allora autorizzato ad avvicinarsi a lei . La ragazza resta sbigottita dalla furbizia del giovane e studia come frenare la sua irruenza , ma lui insiste e le chiede

“ Possiamo mai restare così lontani , io su una sedia e tu nel letto?

Biancacipolla risponde subito “ No “ ed il giovane senza esitazioni si infila nel suo letto .

Poi continua

“ Possiamo mai restare tutti e due nel letto senza abbracciarci ?

Allo scontato “ no “ della ragazza , il giovane si sente autorizzato ad abbracciarla e a baciarla .

A questo punto la ragazza , colpita dalla furbizia e dalla intraprendenza del giovane , scoppia in una fragorosa risata , che si sente in tutto il palazzo e risponde all’abbraccio con trasporto . Il Re e la Regina non riescono a credere ai loro occhi ed alle loro orecchie , e accorrono nella stanza della ragazza , trovandola abbracciata con il giovane . Tutti contenti decidono che quel giovane merita un premio e gli danno in sposa la figlia . Diventa principe e dopo poco tempo Biancacipolla da al Re il sospirato erede .

domenica 1 luglio 2018

1656 , LA PESTE

1656 , LA CLESSIDRA DELLA STORIA 
NESSUNO IN ITALIA SA CHE SIGNIFICA IL 1656 . UN ANNO IN CUI LA STORIA PASSO' ATTRAVERSO UNA CLESSIDRA CHE DISTRUSSE IL 60% DELLA POPOLAZIONE . LA NOSTRA PRESENZA SUL MONDO E' DATA DALLA FORTUNA DEL NOSTRO ANTENATO DI ALLORA CHE NON E' MORTO COME MILIONI DI ALTRI , MA HA AVUTO IL CULO DI SALVARSI PER POTERCI FAR NASCERE . IL ROMANZO E' UN TUFFO IN QUELL'ANNO ATTRAVERSO UNA STORIA DI AMORE DI GRANDE INTENSITA' E LA GALLERIA DI PERSONAGGI UNICI .